Gli anime yuri sono prodotti rivolti ad un target adulto sia femminile che maschile, che approfondiscono una particolare dinamica relazionale che negli ultimi anni si è inserita con successo all’interno di svariate serie, ovvero l’amore omosessuale tra due donne o ragazze.
Il genere si ritrova anche in manga e light novel e può essere considerato il corrispettivo femminile dello yaoi.
Come quest’ultimo, lo yuri presenta una sua versione più leggera, lo shoujo-ai, che propone storie amorose platoniche o di profonda amicizia tra due personaggi dello stesso sesso (lo yuri invece è più esplicito e non manca di scene erotiche).
Il termine in giapponese significa “giglio” ed è legato alla consuetudine di questo paese di utilizzare i fiori come nomi personali femminili; si pensi ad esempio ad Aoi, che oltre a blu significa anche Altea rosata, oppure Ayame, che vuol dire Iris.
In realtà anche in Italia è presente questa tradizione, come dimostrano nomi quali Rosa, Viola e Margherita.
In varie culture la delicatezza e la bellezza di queste piante è facilmente associata alla donna e non è strano che questa parola giapponese sia diventata il riferimento di un genere che valorizza non solo le classiche virtù femminili, ma anche altri aspetti quali l’indipendenza, l’autodefinizione e la determinazione.
Il primo ad usare la parola yuri all’interno del settore editoriale è stato Bungaku Itō, il caporedattore di “Barazoku”, rivista rivolta ad un pubblico omosessuale, più nello specifico maschile.
L’editore, nel 1971, inserì il termine Yurizoku per indicare le ragazze lesbiche.
Nel tempo la particella “zoku” (che significa tribù) è stata eliminata, lasciando yuri come definizione di un genere letterario, che in seguito si sarebbe legato anche all’animazione.
L’ideazione del termine in realtà è stata solo l’ultimo passaggio di un percorso intenso che ha coinvolto diversi mangaka fin dagli inizi del ‘900.
Infatti la letteratura oggi definita come “LGBT” non era una novità e molte autrici di talento si erano cimentate in storie di relazioni proibite tra donne.
La scrittrice Nobuko Yoshiya, con il suo libro del 1919 “Yaneura no nishojo”, in italiano “Due vergini in soffitta”, è stata una pioniera del genere.
Per quanto riguarda i manga, si può citare un’opera famosa in tutto il mondo, che ha avuto un grandissimo successo anche in Italia: “Versailles no bara”, più comunemente conosciuta come “Lady Oscar”.
La mangaka Riyoko Ikeda ha creato una storia con una protagonista in realtà eterosessuale, ma che nel tempo è diventata simbolo degli anime yuri per via delle sue caratteristiche fisiche e interiori che la legano allo stereotipo del “bel ragazzo” capace di affascinare chiunque, ovvero il bishounen.
Oggi anche il settore dell’animazione conta un buon numero di serie che trattano il tema e lo inseriscono in macrogeneri differenti, come lo slice of life, il fantasy e l’horror.
Se vuoi vedere un anime yuri avrai sicuramente l’imbarazzo della scelta, ed è proprio per questo che qui di seguito vogliamo proporti 10 serie imperdibili che hanno osato dove tutti gli altri non sono arrivati.
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